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“Orsù voi devoti, mostratevi degni di Agata Santa, di Agata Buona.

Tenetela cara, in lei fidare ed ella con voi sempre sempre sarà”.

E' così che nel 1873 iniziava un suo discorso agatino il Beato Card. Dusmet. Ma chi è il devoto di Sant’Agata? Il devoto è chi aspetta febbraio già dai mesi precedenti; è chi veste il “sacco e la scuzzitta” e sta con la “Santuzza” per 3 giorni; è chi, proveniente da altri Paesi, viene a Catania a onorare la martire; è chi si affida ad Agata, alla Sua potente intercessione presso il Padre. Il devoto sa, e ne siamo certi, che Agata è una sorella nella fede, definita così da mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania; che è lei che intercede per noi presso il Padre; che è lei che prega il Padre per noi. Anche noi seminaristi e formatori di questo seminario possiamo definirci “Devoti di Sant’Agata”; devoti di una vergine che ci è da modello per il suo vivere pienamente per il Signore e per il Suo Regno; devoti di una martire che ci è da esempio per testimoniare con la vita la nostra adesione a Cristo, unico e vero Maestro da seguire.

Il seminario ha vissuto pienamente la festa di sant’Agata con la partecipazione alla processione dell’offerta della cera, che si è svolta la mattina di giorno 3 febbraio, con la partecipazione alla “Messa dell’Aurora”, il 4 febbraio alle ore 6 del mattino, e con la partecipazione ai pontificali della mattina e del pomeriggio di giorno 5 febbraio, presieduti rispettivamente da Sua Eccellenza Mons. Luigi Renna e da Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della CEI. Quest’anno il nostro seminario ha animato i Primi Vespri presso la Chiesa di Sant’Agata la Vetere, durante la processione del 4 sera, presieduti da Mons. Francesco Cacucci, arcivescovo emerito di Bari-Bitonto.

Due cose volevamo puntualizzare e raccontarvi della festa di Sant’Agata che hanno visto noi seminaristi impegnati in prima persona e che ci hanno permesso, anche e soprattutto, di vedere manifestato Cristo in questi giorni di Grazia. Primo fra tutti l’onore che noi seminaristi abbiamo nel portare in spalla il busto reliquiario di Agata. Quel gesto simbolico che la Chiesa consegna al Popolo catanese l’immagine di Sant’Agata è per noi motivo di emozione e di particolare gioia. L’altro momento da condividere è stato il tratto di processione notturna che, alcuni seminaristi, abbiamo vissuto unitamente al rettore. Quelle ore notturne e le successive ore mattutine, fino al canto delle monache benedettine, ci hanno visti impegnati in una preghiera continua del Santo Rosario e in quelle ore abbiamo potuto sperimentare come il pregiudizio che i devoti, trainanti il cordone del fercolo, non preghino, sia inopportuno e falso! Tutti, dal più piccolo al più grande in età, pregano sant’Agata, la Vergine Santissima e il Signore, creatore di tutto e Padre di tutti.

L’augurio che il seminario rivolge a voi lettori è quello che possiate sempre vivere nella fede le feste patronali, le feste dei Santi e della Madre Santissima. L’augurio che il seminario fa alla città di Catania è quello di restare sempre ancorati alla fede in Gesù Cristo e nella Sua Croce, che Agata tiene sicura nel suo cuore e salda nelle sue mani. L’augurio che il seminario rivolge ai devoti è quello di gridare ogni giorno, e non soltanto nei primi giorni di febbraio: “Cittadini, Viva Sant’Agata”.

 

 

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3 febbraio 

 

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S.E. Mons. Giuseppe Schillaci, vescovo di Nicosia, celebra le lodi solenni nella nostra cappella minore

 

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I seminaristi consegnano ai fedeli catanesi il busto reliquiario di S. Agata

 

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Servizio liturgico pontificale 5 febbraio